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Piandicastello

  • IL PAESAGGIO

Il paese sorge su di una piccola pianura a 504 m. sul livello del mare.

Il paesaggio è costituito da calanchi (formazioni causate dalle erosioni  delle acque piovane su terreni argillosi, sabbiosi) tipici dei monti dell’appennino marchigiano.

I calanchi di Piandicastello contraddistinguono la parte nord del Monte della Croce e si estendono anche nel comune di Gemmano.

Queste formazioni sono l‘habitat di falchi e poiane che volano libere permettendo, a chi passa su queste strade, di potere ammirare la bellezza di questi animali perfettamente inseriti nel loro contesto naturale.

Altre formazioni geologiche presenti nella zona sono i Gessi: si tratta di sedimentazioni composte prevalentemente di solfato di calcio che in passato sono state molto sfruttate per ricavarne materiale per l’edilizia.

Ora l’estrazione dalle cave di gesso è regolamentata ed in parte chiusa, in modo da salvaguardare e tutelare l’ambiente naturale.

La formazione di Piandicastello, composta da quattro grandi massi grigiastri, è sfuggita allo sfruttamento grazie alla sua piccola estensione, ed è possibile vederla lungo la strada che porta al paese.

Continuando in questo percorso naturalistico possiamo ammirare i Piombini e l’Albereto: i Piombini  sono rocce che cadono a picco sulla zona sottostante ed è per questo che si chiamano così.

Sono di colore giallastro a causa del materiale che li compone e sono attraversati da piccole cascate che si gettano nel Ventena (affluente del fiume Conca). La vegetazione che li ricopre è la ginestra, un cespuglio che nel periodo di maggio/giugno si ricopre di fiori gialli.

L’Albereto invece è uno stretto solco che si apre fra due formazioni rocciose. La tipica vegetazione è formata dal pioppo che nel gergo locale viene chiamato “albero”, da qui il nome di Albereto.

 

  • CENNI STORICI

Le origini di Piandicastello, anticamente castrum Plani Castelli, risalgono all’XI-XII secolo.

Il toponimo è citato per la prima volta nel 1216 citando in un documento “Petrus Plani Castelli”; nel 1228 viene citato, in quanto presente all’atto dei patti fra Comune di Fiorenzuola e Comune di Rimini, Damiano de Plani Castelli.

Nel 1231, nonostante Piandicastello venga citato come “Rocca valde e forte……” contesa dai Montefeltro e i Malatesta, non abbiamo alcun resto di questo antico castello.

Giungono a noi solo edifici rimaneggiati, avanzi della cinta muraria e uno Stemma Malatestiano corroso dal tempo e privato di alcune parti, incastonato nella fiancata di una vecchia casa.

Nel 1371, nell’ambito di un censimento pontificio, Piandicastello era abitato da 20 famiglie e soggetto ai Malatesta che lo difesero strenuamente nel XV secolo contro Federico III di Montefeltro, ciononostante nel 1462 fu quasi completamente distrutto.

Con il passare del tempo Piandicastello fu assoggettata a diverse dominazioni: i Borgia, Venezia, ma tornò a far parte del Montefeltro solo nel XIX secolo (1815).

Seguirono diversi mutamenti circoscrizionali che determinarono la soppressione di alcuni comuni e la creazione ex novo di altri.

Fu Leone XII che col suo Motu Proprio del 1827, creò un assetto amministrativo del territorio che è giunto fino a noi praticamente immutato, diede origine anche al Comune di Piandicastello che all’epoca contava 204 abitanti; vennero aggiunti Montealtavelio e Ripalta.

Nel 1926, a Piandicastello fu aggregato il Comune di Mercatino Conca, nel 1929 la sede del comune di Piandicastello fu trasferita a Mercatino Conca.

Da quell’anno e fino al 1940 si ebbe la denominazione “Comune di Piandicastello – sede del capoluogo in Mercatino Conca”, fino a quando il Ministero dell’Interno autorizzò il Comune di Piandicastello a modificare il proprio nome, dando origine così al “Comune di Mercatino Conca”.

Piandicastello, come gran parte dei borghi che conobbero una vita fiorente nell’antichità, verso gli anni ’50 e ’60, in conseguenza della grave crisi dell’agricoltura, subì un forte calo demografico;

molte famiglie emigrarono per cercare lavoro e una vita più agevolata negli spostamenti.

Diversa è la situazione nelle case sparse nella campagna dove i contadini continuano a svolgere il lavoro di sempre.

In questo paesino rimane viva la tradizione della festa della Madonna dell’Acqua, che si celebra il 25 Aprile di ogni anno, a testimonianza di un evento accaduto nel 1893.

Questa antica festa giunta fino a noi, vuole celebrare la fine di una lunga siccità che aveva messo a dura prova la popolazione del paese. Si narra che la statua della Madonna venisse ricollocata a Piandicastello dopo un restauro, durante il trasporto, vicino alla chiesa di San Salvatore, all’improvviso scoppiò un temporale che costrinse i fedeli a trovare riparo dentro la stessa. Questa pioggia abbondante mise fine alla siccità e permise un ricco raccolto salvando la popolazione.

La piccola chiesa di San Salvatore a Piandicastello si trova in uno spiazzo lungo la strada che porta al centro del paese; accanto vi è posizionata la casa parrocchiale che d’estate si anima con le voci di giovani ragazzi che in estate vengono qui a campeggiare.

La chiesa fu eretta nel 1804 e completata nel 1809.

Dal 1923 al 1926 venne aggiunta la sacrestia e sostituita la pavimentazione.

Durante la seconda guerra mondiale la chiesa venne distrutta e fu ricostruita in toto con l’immagine giunta fino a noi.

Come per molti edifici religiosi la facciata è rivolta ad est e presenta un prospetto tipico delle pievi rurali. Essa è molto pulita e sobria, ha un ingresso centrale sormontato da un timpano triangolare che viene ripreso dalla copertura a due falde spioventi, in tipico stile romanico. Vi è la presenza di un rosone centrale tamponato da vetri sobriamente decorati. Ad abbellire la facciata sono posizionate fioriere in muratura con fiori di calendula.

Accanto sorge il campanile, di circa 30 metri di altezza, costruito con mattoni faccia a vista, anche questo è in stile romanico molto sobrio e pulito. Sono presenti monofore e l’alloggiamento per l’orologio che non è mai stato collocato, si giunge così alla sommità composta dalla cella campanaria costituita da due bifore per lato. Il campanile termina con una cuspide ottagonale sormontata dalla croce e con alla base altre quattro cuspidi.

Ancora oggi nella chiesa viene celebrata la Messa ogni 15 giorni e la ricorrenza patronale.

 

  • IL BORGO

Continuando a salire, dopo la chiesa, si giunge percorrendo un tornante al borgo di Piandicastello e subito si ha la sensazione che il tempo si sia fermato. Sulla destra un piccolo giardino pubblico con panchine, ospita un’antica vasca detta “l’albiolo” (utilizzata in campagna come abbeveratoio o mangiatoia per gli animali) e una grande macina da mulino in disuso (utilizzata nel cimitero di Piandicastello come piedistallo della croce ivi collocata) a testimoniare gli antichi mestieri che animavano il paese.

Gli edifici sono stati quasi tutti riportati all’aspetto originario con i vecchi muri in pietra, tra essi la sede del vecchio Comune su cui è apposta una lapide a memoria dei caduti in guerra e l’Ufficio Postale.

Percorrendo la via principale si può ammirare un bellissimo giardino privato (in cui sono conservati un piccolo lavatoio e numerosi attrezzi da lavoro agricolo) che si aggetta sulla vallata da cui si può apprezzare un panorama stupendo.

Scendendo tra le case a destra troviamo il vecchio lavatoio pubblico dove le donne andavano a lavare i panni, lavoro enormemente duro e faticoso.

Si torna così alla chiesa dove sulla destra, percorrendo una strada sterrata, si raggiunge il cimitero di campagna con i grandi cipressi, luogo contemplativo circondato dalla natura e dal silenzio.

Il paese oggi è quasi disabitato e alterna dimore finemente ristrutturate ad altre lasciate a sé stesse purtroppo abbandonate.

Ad oggi gli abitanti di Piandicastello sono una trentina circa distribuiti tra borgo e case di campagna.

 

  • SENTIERO CAI N.011 (La via per Onferno)

Il percorso (sentiero C.A.I. n°011) verso la Valle di Onferno, è un’immersione a 360 ° nella natura incontaminata di questi luoghi.

Il sentiero parte da Osteria Nuova e si snoda lungo un percorso di circa 30km che ha il suo arrivo ad Onferno, passando da Piandicastello proprio alla chiesa di San Salvatore.

Il percorso è adatto a camminatori o biker esperti che amano fare immersioni nella natura incontaminata lasciandosi trasportare dai profumi e dai colori di quello che i paesaggi delle nostre colline offrono.

Fonti bibliografiche: L. ALBERELLI, Mercatino Conca, note di storia locale, I ed. Rimini 1991, II ed. Mercatino C. 2012. Castelli scomparsi nella Valconca del Montefeltro, Mercatino Conca 2008.

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